2 GRAN FIGLI DI…, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

2 gran figli di… (Father Figures, USA, 2017) di Lawrence Sher con Owen Wilson, Ed Helms, Glenn Close, Terry Bradshaw, J.K. Simmons, Christopher Walken

Tenuta a lungo in rampa di lancio dalla Warner (con il più “elegante” titolo Bastards), la macilenta commedia d’esordio del direttore della fotografia Sher non spicca né per originalità (I gemelli è la prima matrice che viene in mente) né per i rari spunti divertenti (la regia e lo script di Justin Malen non sono in grado di porli in risalto). Fisicamente e caratterialmente diversi benché nati lo stesso giorno, i fratelli Peter e Kyle Reynolds (Helms e Wilson, contenuti), l’uno proctologo insicuro, l’altro fortunato modello pubblicitario, in occasione delle nozze materne scoprono con sorpresa che il padre mai conosciuto non è morto di tumore al colon (idealistico motivo guida del medico) come avevano sempre creduto: si trattava di una fandonia inventata dalla genitrice (una Close in vena di scherzare) per mascherare il proprio libertinaggio post-sessantottino. Gli indizi principali sulla sua identità conducono all’ex-campione di football Bradshaw (as himself), che gli sconvolti eppur ammirati “ragazzi”, ormai quarantenni, decidono di rintracciare. Ma, a giustificare la struttura da road movie circolare, sorgeranno rettifiche di percorso verso un irrequieto pusher (Simmons) e uno stimato veterinario (Walken). Interpretato anche da Ving Rhames (uno sportivo chiacchierone) e dal buffo Katt Williams (un malcapitato autostoppista), il film arranca fino alla svolta finale, lesinando soprattutto sul tratteggio dei personaggi.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano