BARRY SEAL – UNA STORIA AMERICANA, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

Barry Seal – Una storia americana (American Made, USA, 2017) di Doug Liman con Tom Cruise, Domhnall Gleeson, Sarah Wright, Jesse Plemons, Jayma Mays, Caleb Landry Jones

Vicenda (sur)reale quella di Barry Seal, già incarnato da Dennis Hopper in un tv movie del 1991, Un gioco pericoloso, e da Michael Paré nel recente inedito The Infiltrator. Pilota della TWA, Seal fu reclutato nel 1978 dalla CIA, che aveva già notato la sua abilità e le sue inclinazioni ai piccoli traffici. Da fotografo aereo dei ribelli sandinisti in Nicaragua e corriere personale dell’allora colonnello Noriega a Panama a trasportatore di armi e di pigri contras il passo si rivelò breve, ma fu con i carichi di droga per i cartelli colombiani di Ochoa ed Escobar che si consolidò la sua ingestibile ricchezza. E dato che iniziò a collaborare con la DEA e perfino con la Casa Bianca, crebbe anche il rischio di venire ammazzato. Proseguendo in una fase “cialtronesca”, Tom Cruise, già con il regista Liman nel fantascientifico Edge of Tomorrow – Senza domani, rende abbastanza simpatico un personaggio criminale e opportunista, ma lo scopo del film è appunto quello di individuare gli aspetti grotteschi degli eventi, svoltisi tra le presidenze di Carter e Reagan (ma sono chiamati in causa pure i futuri eletti Bush Sr. e Clinton). Se c’è un difetto nell’acuta sceneggiatura di Gary Spinelli è proprio quello di costruire il plot unicamente sul protagonista (la spia Domhnall Gleeson, figlio di Brendan, e la moglie Sarah Wright stanno sullo sfondo); tuttavia la morale permane sottile, non urlata, coerentemente sul filo del paradosso.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano