ESCOBAR – IL FASCINO DEL MALE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

Escobar – Il fascino del male (Loving Pablo, Spagna/Bulgaria, 2018) di Fernando León de Aranoa con Javier Bardem, Penélope Cruz, Peter Sarsgaard, Julieth Restrepo, Óscar Jaenada, Ricardo Niño

Il ricchissimo e feroce boss colombiano della droga Pablo Escobar (1949-1993) per ora rivive spesso tra cinema (gli han dato volto Benicio Del Toro in un infedele biopic e, a latere, Mauricio Mejía in Barry Seal) e tv (la nota serie Narcos con Wagner Moura), simbolo di spietata avidità mascherata da generosi reinvestimenti per combattere la povertà del Paese (entrò addirittura in politica!). Un leader maligno disprezzato per l’efferatezza eppure adorato dalle fasce più deboli per l’apparente filantropia. Sentimenti confluiti nell’autobiografia alla fonte del film, Amando Pablo, odiando Escobar di Virginia Vallejo, la giornalista che se ne infatuò (interpretano i due i coniugi Bardem e Cruz, che lascia un segno più profondo), diventando una delle sue tante avventure (il manigoldo frequentava anche la prostituzione minorile), a dispetto dell’esausta moglie del trafficante (Restrepo, bella scoperta). Ma Vallejo fu pure colei che contribuì all’incriminazione dell’uomo, nel frattempo disposto a finire dentro alle proprie condizioni, ovvero in un carcere di lusso costruito appositamente. Poiché le sostanze illegali finivano negli USA, che volevano estradare il condannato, si mise di mezzo la DEA. Aranoa, che sa fare di meglio (I lunedì al sole, Princesas), memore dell’esperienza anglofona di Perfect Day, evita i tempi morti, si concentra su violenza e repellenza del personaggio e porta a casa un risultato (non troppo incisivo).

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Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano