I BEATI PAOLI, Consigli di lettura

20160206_170958Oggi vi consiglio un altro romanzo storico ambientato nella Sicilia del Settecento: I Beati Paoli di Luigi Natoli (pubblicato con lo pseudonimo di William Galt). Per la verità, come giustamente spiega con precisione e dovizia di particolari la bellissima introduzione di Umberto Eco, non si tratta di vero e proprio romanzo storico, ma di un romanzo popolare, ovvero uno di quei romanzi d’appendice, che venivano pubblicati a puntate sui giornali con l’intento esplicito di far divertire il lettore. Un po’ sul genere de “I tre moschettieri”, per intenderci.

La trama, pertanto, è banalmente semplice (così come doveva essere per il genere di cui si tratta). C’è l’eroe buono, c’è l’amico dell’eroe che nasconde un segreto, c’è l’amata dall’eroe, pura e quasi santa, c’è l’amante dell’eroe, passionale e vendicativa, c’è il cattivo cattivissimo, che più di così non si può, e, poi, ovviamente, c’è l’amore contrastato, le ingiustizie perpetrate dai potenti ai danni dei più deboli, ci sono duelli, inseguimenti, balli, passeggiate in carrozza, corteggiamenti, assassinii, veleni, streghe bruciate al rogo e avventure di vario genere.

Ci sono due elementi, però, che a mio avviso contraddistinguono quest’opera e la rendono godibile, oltre che da un punto di vista puramente narrativo, e quindi di divertimento allo stato puro, anche da un punto di vista più squisitamente letterario. C’è una ricostruzione storica della Palermo del Settecento dettagliata e precisa (non dimentichiamo che Natoli era uno storiografo), con tanto di descrizione di vie, piazze, palazzi, chiese, grotte e cunicoli sotterranei da far venire i brividi soprattutto a chi quella città la conosce o, addirittura, ci vive come la sottoscritta e la immagina all’improvviso riportata indietro di qualche secolo. Leggere questo libro è davvero come trovarsi all’interno di una fotografia o di un set cinematografico ambientato in quel periodo. Sembra effettivamente che, per incanto, siano scomparsi asfalto, auto, smog, clacson e ricomparse carrozze, portantine, scudieri, nobildonne, straccioni, damerini, cavalli e muli. E anche gli eventi storici narrati come sfondo e nel cui contesto si sviluppano le vicende dei protagonisti sono perfettamente fondati e analiticamente descritti, tanto che attraverso la lettura del romanzo sembra di fare un ripasso di storia.

L’altro elemento è proprio il mistero legato alla setta dei Beati Paoli, vera protagonista del romanzo. Qui di storico e fondato c’è veramente poco, in quanto, pur ben salda nella tradizione orale popolare, non ci sono prove documentali considerate valide dagli storici che possano far dire con certezza che la setta sia veramente esistita. C’è, però, la tradizione popolare. E tanto basta perché Natoli la faccia diventare una setta di vendicatori-giustizieri, condotta da nobili illuminati e spiriti colti e raffinati, che decidono di rimediare nell’ombra alle ingiustizie del tempo, allestendo nei sotterranei di Palermo una sorta di vero e proprio Tribunale alternativo, nel quale venivano tenuti veri e propri processi, con tanto di prove e testimonianze, sentenza e condanna. E così i potenti, avidi e corrotti, impuniti da una giustizia del tempo, altrettanto collusa e venduta al potere, trovavano la loro punizione ad opera degli incappucciati, che ristabilivano l’ordine violato, rialzavano i deboli, rimediavano ai torti subiti.

L’idea romantica di questi uomini che operavano nell’ombra, che venivano a conoscenza di qualunque ingiustizia e accorrevano per sanarla, è entrata talmente nell’immaginario collettivo del popolo siciliano che persino la mafia l’ha utilizzata come spot elettorale, attribuendosi un’errata ed equivoca discendenza da tale setta, nel tentativo di rivestire di un alveo di giustizia le proprie azioni criminali e totalmente contrarie allo spirito di ciò che viene narrato nel romanzo. E anche questo equivoco viene spiegato e chiarito abbondantemente nell’introduzione di Umberto Eco, che invito caldamente a leggere prima di inoltrarsi nelle pagine del romanzo, perché mai come qui risulta a mio avviso preziosa per la comprensione profonda e una lettura critica del testo.

Detto ciò, buona lettura e buon divertimento!

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano