IL NEMICO SILENZIOSO, Riflessioni

280px-Un_medico_un_uomo– FOTO PRELEVATA DAL WEB –

Oggi mi va di parlare di un nemico silente, strisciante, che non scalpita, non crea scompiglio, confusione, non accende dibattiti serali. È un nemico che non si fa sentire, eppure ci attacca gradualmente, ci circonda, e disgraziatamente spesso vince perché quando ci accorgiamo della sua presenza è ormai troppo tardi. Avrete capito che sto parlando di lui: il cancro.

Faccio queste riflessioni mentre torno a casa, dopo essere stata in ospedale. Va bene, si sa… Entrare in un ospedale è come entrare in un girone dantesco, non voglio dire infernale, ma del purgatorio certamente. Lì dentro veniamo in contatto con la sofferenza dell’umanità, quella vera, che si può toccare con mano. Incontriamo persone, ascoltiamo le loro storie. Ci rattristiamo per le loro disgrazie, ci commuoviamo per la forza straordinaria e la solidarietà che l’essere umano riesce a esprimere nei momenti peggiori. Perché dentro un ospedale, all’improvviso, come per magia, si azzerano certi istinti poco edificanti dell’essere umano per lasciar posto alla gentilezza, alla pietà, alla condivisione. Siamo tutti lì, reali o potenziali soggetti all’evento malattia, con tutte le relative conseguenze. Io potrei essere tu e viceversa. Non c’è distinzione di sesso, razza, religione, ceto sociale, età… Niente che possa metterci al sicuro. Non esistono eventi più democratici della malattia e della morte. Forse, per questo, uscendo da un ospedale, ci sembra quasi strano di tornare a casa ed essere sani. E cominciano ad arrivare le paturnie. Dopo aver visto quasi un intero mondo malato, perché proprio noi dovremmo essere sani? Fin qui, comunque, tutto normale. Diciamo nell’ordine naturale delle cose.

Dunque, il tarlo, il pensiero che veramente mi disturba, tornando a casa, è un altro. Cerco di ricordare da quando è cominciato l’attacco in grande stile. Perché ricordo perfettamente, fino a dieci, quindici, forse venti anni fa, quanto poco si sentisse di gente che si ammalava di cancro. Pochissime persone e quasi mai giovani. A un certo punto, hanno cominciato ad ammalarsi persone che conoscevo e sempre più giovani. L’aumento è stato graduale ma persistente. Prima l’uno, poi l’altro hanno cominciato a cadere, come dei birilli. Fino a quando non è toccato a qualcuno molto vicino a me. Mio padre, mio marito. E mi sono sentita dire, dal medico che l’ha curato e che grazie a Dio l’ha guarito, quello stesso medico che oggi non c’è più a causa di questo male: abbiamo avuto un aumento esponenziale e nei prossimi dieci, quindici anni sarà ancora peggio.

Queste parole mi rimbombano nella testa, peggio di un martello. È vero, mi si risponderà che oggi il cancro non è più un male incurabile, che sempre più spesso si guarisce. Ma è anche vero che di cancro ancora oggi si muore, e non poco. Non so cosa abbia provocato questo incremento, questo attacco. L’aria che respiriamo, i cibi che mangiamo, gli abiti che indossiamo, l’acqua dove ci bagniamo. Hanno disseminato rifiuti tossici ovunque, sotto terra, in fondo al mare. Le onde elettromagnetiche, gli incidenti nucleari, il benzene da traffico automobilistico, particelle chimiche sganciate dagli impianti industriali. È, in sostanza, il nostro comodo stile di vita che ci sta uccidendo. Ma, allora, perché se ne parla così poco? Perché non si cerca un rimedio, una soluzione? Non parlo delle cure, né della prevenzione intesa come screaning periodici e via dicendo. Parlo di cominciare a pensare seriamente di contrastare alla radice le cause di tutto ciò. Dovremmo cambiare il nostro stile di vita? Rinunciare a qualche privilegio, a qualche comodità? Io penso che la maggior parte di noi li baratterebbe volentieri con delle vite da salvare. E, allora, parliamone. Cominciamo a rompere questo silenzio.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano