IL PARADISO PROBABILMENTE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

Il paradiso probabilmente (It Must Be Heaven, Palestina/Francia/Germania/Qatar/Canada/Turchia, 2019) di Elia Suleiman con Elia Suleiman, Kwasi Songui, Gael García Bernal, Nancy Grant, Vincent Maraval, Stephen McHattie

Autore, dal 1996, di altri tre lungometraggi (il da noi inedito in sala Cronaca di una sparizione, Intervento divino, Il tempo che ci rimane) e di un episodio del collettivo 7 Days in Havana (Diary of a Beginner, corrispondente al “giovedì”), il nazareno Suleiman è uno dei maggiori cineasti contemporanei. Accostato, per il mutismo del suo personaggio, a Buster Keaton e a Jacques Tati per le gags surreali (ma si potrebbero citare anche il ritmo lunare di Otar Iosseliani, l’apparente immobilismo di Aki Kaurismäki, il gusto per l’assurdo di Roy Andersson, lo spirito d’osservazione di Sólveig Anspach e perfino, occasionalmente, delle geometrie alla Wes Anderson), il regista prosegue un malinconico ma tenace percorso legato a doppio filo con un’identità da rivendicare con orgoglio (“Sono palestinese” sono le uniche parole che pronuncia), tuttavia percepita spesso in maniera distorta dalle figure (immaginarie o ispirate alla realtà?) con cui interagisce. Così, dopo un’ulteriore occhiata amaramente ironica alla sua terra (con tanto di rito religioso esacerbato), seguiamo il regista nel suo viaggio a Parigi e New York, in cerca di finanziamenti per un nuovo film (quello che stiamo già guardando?), tra leggiadre azioni di polizia, posti a sedere per turisti spietatamente occupati e un insistente uccellino per il quale non c’è spazio. Spiritoso cameo di García Bernal. Naturalmente il doppiaggio dei cambi di idioma se ne frega.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano