IL PECCATO, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

Il peccato (Italia/Russia, 2019) di Andrej Končalovskij con Alberto Testone, Jakob Diehl, Francesco Gaudiello, Orso Maria Guerrini, Antonio Gargiulo, Simone Toffanin

Fra tante “ordinate” docufiction su musei, opere, correnti o singoli artisti, un biopic disallineato ci voleva! Vari i pregi: è finalmente calato in un credibile Cinquecento, durante un Rinascimento sudicio, affamato, competitivo, con l’ombra cupa del Medioevo a insistere sull’incipiente Età Moderna e la bellezza di dipinti e statue a ergersi sulla cruda realtà; è diretto dal ritrovato maestro Končalovskij (di cui, a onta dei recenti premi veneziani, la nostra distribuzione s’infischia), che omaggia il compianto amico Tarkovskij (le splendide sequenze del complicato trasporto del gigantesco blocco di marmo carrarese evocano Andrej Rublëv); è recitato, per ormai rara correttezza filologica, in italiano; trova nello sconosciuto Testone una figura assai aderente al Buonarroti. Il quale è descritto come pittore e scultore richiesto e ben pagato (però sempre al verde, anche per investimenti di famiglia), costantemente in ritardo sulle troppe commissioni, lavorando sia per i Della Rovere, imparentati con papa Giulio II (Massimo De Francovich), sia per i Medici, che si avvicendarono al pontificato con il loro Leone X (Simone Toffanin). Un perfezionista insicuro, sofferente, invidioso del nascente astro Raffaello (Glen Blackhall). Il film esibisce un sottotitolo ansiosamente esplicativo, Il furore di Michelangelo, da intendere nell’accezione dell’urgenza creativa. Pregni mini-ruoli per Orso Maria Guerrini e Gianluca Guidi.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano