IL PRIMO RE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

Il primo re (Italia/Belgio, 2019) di Matteo Rovere con Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Tania Garribba, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Vincenzo Pirrotta

Dopo l’exploit di Veloce come il vento, Matteo Rovere può puntare più in alto. E parecchio: con i co-sceneggiatori Filippo Gravino e Francesca Manieri ripropone addirittura la leggenda dei fondatori di Roma (post-allattamento della lupa), allestendo dunque un set “selvatico” che rappresenta il Lazio nel 753 a.C. Qui Remo e Romolo, gemelli dediti alla pastorizia, sono vittime di un’alluvione e schiavizzati da una tribù ostile. Insieme ad altri rivoltosi, si liberano e pugnano per la propria indipendenza, benché sia perlopiù il primo (interpretato da Alessandro Borghi), sempre meno devoto agli dei, a combattere, sfidare i compagni e proteggere il secondo (che ha il volto di Alessio Lapice), gravemente ferito. In più, un oracolo (Tania Garribba) non promette svolte felici… Difficile non pensare, per la ferocia delle azioni, alle regie gibsoniane, da Braveheart – Cuore impavido ad Apocalypto, passando per La passione di Cristo, dato che anche qui si parla una lingua estinta (una forma arcaica di latino) la quale, anziché straniare, ravviva e coinvolge. In più, valorizzazione dei quatto elementi (grazie pure alla fotografia di Daniele Ciprì) e facce (infangate) straordinarie (fra i comprimari, oltre a Fabrizio Rongione, fedelissimo dei Dardenne – il film è coprodotto dal Belgio – ricordiamo almeno il campano Rossi, il sardo Mattu, il siciliano Pirrotta). La morale è dubbia, probabilmente – guardando a oggi – di proposito.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano