LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO, Riflessioni

Piazza pretoriaSoltanto da poche settimane è terminata a Palermo quella grande manifestazione di cultura, arte e intrattenimento, chiamata “Le vie dei tesori”. L’evento, che ormai si tiene da qualche anno, ha registrato un sempre crescente interesse da parte dei turisti e soprattutto dei cittadini. Mai nome fu più appropriato, considerato che si tratta proprio dell’apertura di quei tesori di arte “nascosti”, poco conosciuti, la cui fruibilità in senso turistico e, conseguentemente, la cui fama è stata oscurata da anni di trascuratezza e, in molti casi, di vero e proprio abbandono. L’incuria, l’indifferenza e, spesso, persino lo scempio che ha colpito questa città per decenni ha fatto sì che un luogo che fu incontro di culture, denso di opere di grande valore artistico e culturale, pregnante di atmosfere esotiche e mistiche, venisse presentato al mondo esclusivamente come culla di malaffare e criminalità.

Eppure, da quando manifestazioni come queste hanno cominciato a riaprire quelle porte rimaste chiuse per lungo tempo (ricordiamo anche altre lodevoli iniziative come “La scuola adotta un monumento” o “Palermo apre le porte”), si sono sempre registrati positivi riscontri a livello di affluenza. Nell’ultima edizione delle vie dei tesori si sono viste file di parecchie ore, per lo più di residenti, disposti a lunghe attese e incuranti persino del mal tempo, nel timore di perdere quella rara occasione di visitare gioielli di incomparabile bellezza.

Tutto ciò lascia ben sperare in un recupero di immagine, afflusso turistico ma, soprattutto, di consapevolezza da parte del tessuto civico. Conoscere e mostrare interesse verso il proprio patrimonio storico, artistico e culturale significa cominciare a essere consapevoli della propria identità e dei valori fondamentali di cui si vuole essere portatori verso le nuove generazioni. E, allora, invece che soltanto per le manifestazioni, si cominci a riaprire i monumenti tutti i giorni, festivi compresi. Non si può sostenere, come a volte capita di sentire, che manca il personale per tenerli aperti, in una regione dove gli esuberi nell’amministrazione pubblica sono considerati forse la prima voce di spreco del denaro pubblico. Si formi adeguatamente il personale necessario e lo si mandi a fare qualcosa di veramente utile. Sarà positivo anche e soprattutto per queste persone, che magari cesseranno di sentirsi un peso per la collettività.

Ma questo è solo il primo passo. Ciò che dobbiamo fare è cominciare a comprendere fino in fondo il valore del nostro patrimonio e batterci per custodirlo e valorizzarlo. Non sono lontani i tempi in cui le più belle ville liberty di quella strada che era una gioia per gli occhi, via Libertà, furono rase al suolo dal potere politico mafioso con la complicità del tessuto sociale cittadino, assente e sottomesso. E, ancora oggi, quanti per il proprio tornaconto personale, non si curano della bellezza del paesaggio? Le nostre coste, solo per dirne una, sono costellate di edifici orrendi, che ne hanno deturpato completamente l’immagine, sol perché costituiscono per molti la villeggiatura dove andare a trascorrere le vacanze.

Ma se è vero che “la bellezza salverà il mondo” (L’idiota – Fiodor Dostoevskij), forse dovremmo cominciare a riconoscere le nostre colpe e a saper guardare più lontano del nostro naso.

Voglio concludere con le parole di un giovane siciliano, uno dei nostri eroi, uno di quei martiri che la criminalità ha voluto eliminare per la pericolosità (per la mafia) delle idee che cercava di diffondere e che, quindi, ha pagato con la vita la fedeltà alle proprie convinzioni.

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore (Peppino Impastato)“.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano