L’UOMO FEDELE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

L’uomo fedele (L’homme fidèle, Francia, 2018) di Louis Garrel con Louis Garrel, Lætitia Casta, Lily-Rose Depp, Joseph Engel, Vladislav Galard, Diane Courseille

Dopo l’inedito in Italia Les deux amis, il figlio (di Philippe) e nipote (di Maurice) d’arte Louis Garrel inanella il secondo lungometraggio dietro (e davanti) la macchina da presa, incarnando il medesimo ruolo, Abel, qui mollato (senza che batta ciglio) fin dall’incipit dalla compagna Marianne (Casta, maturata in campo recitativo ed effettiva partner attuale dell’autore, che ha scritto anche la sceneggiatura insieme al blasonatissimo Jean-Claude Carrière) in favore dell’amico Paul, entità che nel corpo (del film) rimane opportunamente invisibile, fungendo da hitchcockiano “MacGuffin”. Nove anni dopo al funerale di quest’ultimo i due si ritrovano; lei tiene per mano il piccolo Joseph (Engel), paternità teoricamente incerta e spiccata tendenza al complottismo (crede che la madre sia un’avvelenatrice), lui colma il vuoto familiare, come se il tempo non fosse trascorso. E (ri)entra in gioco con smisurata ambizione e una bella dose di faccia tosta pure Ève (Depp, a sua volta di stirpe celebre), cresciuta sorella del defunto da sempre innamorata di Abel. Difficile aggirare i parallelismi, ascrivibili a stile e (incostante) capacità di sintesi, con il cinema del più noto – da regista – genitore, ma il (non più così) giovane Louis guadagna punti in quota ironia, tratteggiando un protagonista inerte e progressivamente “oggettificato”. Magari ci sono squilibri, però l’iter e soprattutto il  modo in cui è tracciato conquistano.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano