MONTPARNASSE FEMMINILE SINGOLARE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

Montparnasse femminile singolare (Jeune femme, Francia, 2017) di Léonor Serraille con Lætitia Dosch, Grégoire Monsaingeon, Souleymane Seye Ndiaye, Nathalie Richard, Erika Sainte, Léonie Simaga

L’esordio di Léonor Serraille (giudicato il migliore di Cannes 2017) non è roba da poco. È intriso di una comicità tragica che prima ti si attacca addosso, poi s’insinua sottopelle e risveglia malumori tramutati in malinconia o aggressività. Non è così evidente, e ciò potrebbe renderlo inviso a chi in un film cerca logica e scorrevolezza (che pur ci sono) di marca più “rassicurante”. Il girovagare di Paula (l’istintiva, arruffata, a suo modo magnetica Lætitia Dosch), archetipo d’indecisione cronica (riscontrabile fin nelle iridi di colore diverso), attraverso Parigi, metropoli ritrovata – dopo un lungo soggiorno in Messico – ma mai amata nella quale la riconciliazione con il fotografo Joachim (Grégoire Monsaingeon) è impossibile (poiché costui la lascia fuori di casa), forse non diverte in senso stretto, però ci consegna un personaggio caparbiamente inconciliabile con il resto del mondo, incapace di regolarsi in qualsiasi situazione. Colloqui di lavoro, baby-sitting, rapporto con l’esasperata madre, flirt: non ci sono limiti all’inadeguatezza. Non è una delle tante possibili cine-descrizioni della follia (tutt’al più c’è di mezzo un esaurimento), si tratta di una rappresentazione dell’individuo che non sa imboccare una strada in società e procede imperterrito a cavallo del guard-rail. Mica facile da raccontare così efficacemente! Al titolo italiano, privo di virgole o due punti, è preferibile l’originale “giovane donna”.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano