OUIJA – L’ORIGINE DEL MALE (Ouija: Origin of Evil, USA, 2016) di Mike Flanagan con Annelise Basso, Elizabeth Rease, Lulu Wilson, Henry Thomas, Parker Mack, Halle Charlton
Di solito le “seconde parti” o i prequels, quale è questo, risultano inferiori agli originali. Qui il film-fonte era il mediocre Ouija (2014), fra i tanti horror anonimi contemporanei, che riscopriva, sprecandola, la tavoletta medianica (indicata dal titolo), ormai desueta nel cinema di paura; premesse tutt’altro che buone, dunque. Invece Flanagan – che dopo l’ottimo Oculus e il quantomeno interessante Somnia è ufficialmente una delle risorse migliori che il genere abbia a disposizione negli USA – è riuscito nell’ardua impresa di far dimenticare l’irrilevante precedente (richiamato a fine titoli di coda) e a innalzare risolutamente il livello narrativo, attingendo a un’atmosfera qua e là degna di Rosemary’s Baby (l’azione si svolge nel 1967, più o meno ci siamo), con un’inquadratura di padre Hogan (Thomas, protagonista cresciuto di E.T.) mutuata da L’esorcista. Quindi i punti di riferimento (e gli impegni assunti con il pubblico) sono arditamente alti. E se non fosse abbastanza per evocare i bei tempi, il lungometraggio, girato in digitale, esibisce un’ulteriore finezza: reca i nostalgici bollini di sincronizzazione, come se fosse ancora suddiviso in rulli di pellicola. La trama illustra all’inizio gli imbrogli (quasi a fin di bene) orchestrati da Alice (Reaser), che simula sedute spiritiche con la preziosa collaborazione delle figlie Lina (Basso) e Doris (Wilson); un giorno, però, per “gioco” scomodano un vero spirito…
Per consigli su letture e viaggi potete trovare Il giro del mondo con un libro in mano anche su www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano