RITRATTO DELL’ANIMA DEL MONDO, Consigli di lettura

LUCA SCIORTINO è un filosofo e scrittore con la passione per i viaggi e la fotografia. Ha ottenuto il dottorato in filosofia alla Open University ed è stato Research Fellow all’Università di Leeds, nel Regno Unito. È una firma storica di Panorama e insegna Filosofia delle Scienze Umane alla Unitre Milano. È autore di “Oltre e un cielo in più” (Sperling & Kupfer), il racconto di un lungo viaggio dalla Scozia al Giappone senza aerei, effettuato con ogni mezzo attraverso la Siberia e l’Asia Centrale. È appena uscito “Ritratto dell’anima del mondo”, il suo ultimo libro. 

Raccontaci qualcosa di te: chi è Luca Sciortino nella vita di tutti i giorni?

Il mio è uno sguardo dall’interno e quindi forse non il più oggettivo. Direi una persona curiosa e riflessiva e, quando è serena, piena di meraviglia per il mondo.

A un certo punto della tua vita si è fatta strada in te l’idea di partire, di lasciare la quotidianità e intraprendere una “strada” diversa. Ci racconti qualcosa in più di questa “svolta”?

Mi trovavo a Leeds, città nel nord dell’Inghilterra, quasi al termine di un periodo di ricerca, quando decisi di partire per l’Oriente da un giorno all’altro, senza un piano preciso. Sapevo che il punto più lontano che avrei potuto raggiungere sarebbe stata la Cina, forse il Giappone, e così mi misi in viaggio senza la certezza di raggiungerli. Ho utilizzato tutti i mezzi possibili, eccetto l’aereo, perfino passaggi di autotreni, per raggiungere il Giappone partendo dalla Scozia. Fin dalla partenza, il mio obiettivo era costruire il mio cammino viaggiando. Così ora posso dire che la traiettoria finale di quel peregrinare non è stato il frutto di un piano studiato a tavolino, ma di diversi fattori, alcuni contingenti, per esempio la voglia di conoscere un luogo ben preciso, una difficoltà incontrata sulla via, il consiglio di una persona incontrata per caso ecc. Il Giappone l’ho raggiunto dopo quattro mesi avendo alle spalle centinaia di incontri, notti all’addiaccio, settimane tra i pastori nomadi, una quasi polmonite e molto molto altro ancora… la traiettoria l’ho fatta da me attraverso il Kazakistan, la Siberia meridionale e la Mongolia.

Molti sognano di fare una cosa del genere, ma pochi trovano il coraggio. Cosa diresti a chi, come te, vorrebbe dare un senso diverso e più profondo alla propria vita, ma non riesce a lasciare la sicurezza di una situazione “stabile”?

Io dico che un vero viaggio nasce sempre da condizioni particolari nel corso dell’esistenza. Desiderio di conoscenza, di cambiamento, forse insoddisfazione sono alcune di queste condizioni… se queste mancano è difficile trovare il coraggio. Il vero viaggio nasce da un desiderio di colmare un vuoto, qualunque esso sia, e ciò che chiamiamo coraggio è di fatto la spinta a colmare questo vuoto. Poi, in un viaggio come il mio, si trattava di andare avanti attraverso sentieri non turistici e in condizioni spesso difficili. E allora in certe occasioni sì… c’è voluto coraggio… o forse incoscienza… non lo so. Credo che leggendo “Oltre e un cielo in più” i lettori potranno dare risposta a questa domanda.

Cosa significa per te “il viaggio”? E perché “senza aereo”?

Credo che ci siano essenzialmente tre forme di viaggio: nello spazio, cioè nelle varietà delle differenti culture umane; nel pensiero, cioè nei libri e nelle idee; nelle persone, cioè con l’amore e l’ascolto. La presenza di almeno uno di questi modi di viaggiare nella propria vita va cercata costantemente, giorno per giorno, lottando contro circostanze quasi sempre avverse. La compresenza dell’intera triade è rarissima, a volte assente nell’intero arco di una vita umana, e rappresenta l’apice di un equilibrio sempre precario. Quando si viaggia nello spazio, farlo senza aereo è cruciale per vedere cambiare le culture e i paesaggi, per comprendere le discontinuità e le continuità.

Da questa scelta “forte” nasce “Oltre un cielo in più. Da una parte all’altra del mondo senza aereo”, edito nel 2018 con la casa editrice Sperling & Kupfer. Parlaci di questo libro e di cosa ha rappresentato per te.

Adesso è un pezzo della mia vita, uno dei più intensi. Il libro racconta di una traiettoria attraverso metà del globo e undici nazioni. È un libro dove domina lo stupore per la diversità. Chi lo legge viaggia da Occidente ea Oriente, conosce le persone che ho incontrato, vede i paesaggi che ho visto, si meraviglia delle cose che ho vissuto. Si farà un’idea di come vivono i pastori nomadi, gli sciamani della Siberia, le minoranze etniche cinesi e molto altro ancora. Il mio è uno sguardo di un filosofo-viaggiatore e così nel libro il lettore trova anche qualche spunto per riflettere sul senso del viaggio stesso e sul valore della diversità come bene da difendere.

“Ritratto dell’Anima del mondo” è la tua ultima pubblicazione. Ci racconti di che cosa si tratta?

È un libro che non sarebbe stato possibile senza le mie esperienze erranti nel mondo e nel pensiero. In “Ritratto dell’Anima del mondo”, filosofia, racconto di viaggio e fotografia si fondono insieme per rivelare al lettore i modi di esprimersi di quella che filosofi, scrittori e poeti da Platone in poi hanno chiamato anima mundi. Il libro è nato riflettendo su una frase del filosofo e psicanalista James Hillman. Secondo quest’ultimo ci sono eventi che rivelano l’anima mundi, l’anima dell’universo, e dovremmo attraversare il mondo come un cacciatore tribale che scruta le cose attentamente fino a coglierne il riflesso dell’anima del cosmo. Ho immaginato quest’ultima come un complesso di tratti distintivi dell’universo, tratti che in qualche modo lo caratterizzano, proprio come un certo carattere caratterizza una persona e non un’altra. Mi sono quindi chiesto: quali sono gli eventi che ne suggeriscono o rivelano alcuni dei tratti? In che senso differiscono da altri eventi che si perdono nel flusso indistinto e ininterrotto del tempo? Come facciamo a individuarli? E perché ci emozionano? Nel libro, la risposta si articola in parole e immagini: alcune fotografie di viaggi e reportage mi hanno aiutato a identificare alcuni dei modi di rivelarsi di un qualcosa che potremmo chiamare di volta in volta un frammento dell’anima del mondo. Penso che questo libro sia di estremo interesse per viaggiatori, filosofi, fotografi che vogliono riflettere sul significato della fotografia e per chiunque sia interessato a un certo tipo di sguardo sulle cose, che potrei definire “poetico”.

A quali tipo di lettori si rivolge il libro?

Persone curiose, amanti della letteratura, della poesia, della fotografia, della filosofia… Nel libro ci sono tutte queste cose. È un libro illustrato di 112 pagine che si legge in breve tempo ma che ti fa guardare le cose in un certo modo…

Quando e come nasce la tua vocazione per la scrittura? E quale significato riveste nella tua vita?

Ho cominciato a scrivere per fare divulgazione scientifica e guadagnare qualcosa dopo la laurea in fisica a Pisa. Ho sempre continuato a farlo anche mentre facevo il master alla Sissa e poi il dottorato in filosofia della scienza, anche se ho cominciato a scrivere anche su altri argomenti. Credo che alla base di molte cose che scrivo ci sia un interesse filosofico per la diversità in diversi contesti. Oggi per me scrivere è donare agli altri la gioia di scoprire e conoscere, il combustibile che fa ardere la vita. Tutte le vite si spengono prima o poi senza quel senso di appagamento che dà il comprendere un po’ di più l’universo in cui viviamo.

Parole e immagini. Come si coniugano nella tua mente? Da cosa nasce la tua ispirazione?

In “Ritratto dell’anima del mondo” ogni capitolo parte da una fotografia di viaggio. L’immagine apre un dialogo che poi è il saggio a continuare a nutrire. Le mie fotografie rubano attimi che per me sono significativi di che cosa è diverso e che cosa è costante attorno a noi. E questi due elementi sono cruciali per riflettere su cosa sia l’anima mundi di cui ci parlano i filosofi e come essa si riveli a noi.

Utilizzi i social network per raccontare le tue opere? Quanto sono importanti, oggi, per un autore?

I social sono importanti per costruire un rapporto con i lettori. Io tengo molto a questo rapporto diretto ed è per questo che rispondo sempre alle domande che mi vengono poste e sono attento al loro giudizio. Mi serve anche per migliorare ciò che scrivo. In questo senso i miei libri sono costruiti insieme ai lettori. I social, con tutti i loro difetti, hanno anche qualcosa di buono.

Ringraziamo l’autore per essere stato con noi e per le bellissime immagini che ci ha inviato.

Buona lettura!

Luca Sciortino, Ritratto dell’anima del mondo, Editrice il Torchio, illustrato, 112 pagine, 18 euro è disponibile su:

https://editriceiltorchio.com/prodotto/ritratto-dell-anima-del-mondo/ o su Amazon, Mondadori Store e in libreria

Per consigli su letture e viaggi potete trovare Il giro del mondo con un libro in mano anche su www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano

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Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano