Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.
Sono tornato (Italia, 2018) di Luca Miniero con Massimo Popolizio, Frank Matano, Stefania Rocca, Gioele Dix, Eleonora Belcamino, Ariella Reggio
Nel 2015 uscì il tedesco Lui è tornato, curioso ibrido di commedia e documentario (a sua volta “contaminato” da mockumentary e candid camera) che immaginava – attraverso un cortocircuito temporale – un nuovo avvento di Hitler, piombato nella Berlino di oggi e, dopo iniziale disorientamento, pronto a riorganizzare la sua mostruosa propaganda tramite i potenti mezzi di comunicazione moderni. Un prodotto anomalo, dimostrante – con vere interviste a gente comune – che errori e orrori tendono a ripetersi. La godibilità probabilmente diminuisce quando lo sguardo è rivolto alla storia di casa propria. Infatti Miniero (l’exploit di Benvenuti al Sud, poi una discesa qualitativa), operando una traslazione simile a quella di Cena tra amici/Il nome del figlio, rifà il film, ma con Mussolini, e i sentimenti si fanno contrastanti. Da un lato l’ipotesi di un duce che si adatta in fretta (grazie anche all’ingenuo aiuto dell’aspirante filmmaker Matano, che lo prende per un comico) e si serve dei media – al netto di un ostacolo “canino” discendente dall’originale – per rilanciare la sua barbara ideologia (a noi decidere quanto sia subdolo lui e quanto influenzabile il popolo), dall’altro le autentiche reazioni (non sempre negative) al passaggio dell’attore (Popolizio, seriamente bravissimo) in orbace per Roma: motivi inquietanti ce ne sono. Attenzione però: umanizzare troppo tale personaggio è pericoloso! Idonea Rocca, Dix sottoutilizzato.
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