THE HAPPY PRINCE – L’ULTIMO RITRATTO DI OSCAR WILDE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde (The Happy Prince, GB/Germania/Belgio/Italia, 2018) di Rupert Everett con Rupert Everett, Colin Firth, Edwin Thomas, Colin Morgan, Emily Watson, Tom Wilkinson

Sorprende davvero il sentito omaggio di Everett al suo idolo Wilde, al quale si sente evidentemente molto vicino (affine sarebbe troppo). Anzitutto perché l’attore britannico, che non aveva esperienze di scrittura e regia cinematografica, riesce a proporre un viaggio empatico verso il deperimento fisico e creativo del geniale autore e commediografo dublinese (da lui credibilmente impersonato, come già accaduto in teatro) nei pochi mesi rimastigli dopo la scarcerazione, vissuti tra Francia e Italia. I due anni di lavori forzati inflittigli (per omosessualità), il retrogrado disprezzo di chi prima lo osannava (struggente la sequenza d’apertura con Anna Chancellor), l’allontanamento da moglie e figli e perfino la rinnovata (e sconsigliata) frequentazione con l’amante Bosie (un viscido Colin Morgan) lo provarono definitivamente, e poco poterono i fedeli amici Robbie Ross (Edwin Thomas) e Reggie Turner (Firth, con Rupert fin dagli esordi). Coproduzione complessa e opportunamente poliglotta, si distingue per la fotografia “malata” di John Conroy (culminante nello scontro in chiesa), gli acuti andirivieni temporali (montaggio di Nicolas Gaster), il dosaggio dei dialoghi (tra aforismi e il bellissimo racconto della rondine e della statua di bronzo – simbiosi tra l’artista e la sua ispirazione – che attraversa e intitola il film), la comparsata dell’amata Dalle. E perfino per l’umile, democratico ordine dei credits finali.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano