UNA NOTTE DI 12 ANNI, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

Una notte di 12 anni (La noche de 12 años, Uruguay/Spagna/Argentina/Francia/Germania, 2018) di Álvaro Brechner con Antonio de la Torre, Chino Darín, Alfonso Tort, César Bordón, César Troncoso, Soledad Villamil

Cinema civile ed equilibrato sui periodi bui e sinistramente sempre presenti della storia mondiale: esiste ancora? Il regista Álvaro Brechner ci garantisce di sì, illustrando i drammatici anni di prigionia “mobile” (perlopiù sottoterra e in isolamento) patiti da José “Pepe” Mujica, futuro presidente dell’Uruguay (dal 2010 al 2015), esempio universale di concretezza e umiltà, e da due compagni – pure destinati alla politica – del movimento dei Tupamaros, Mauricio “Ruso” Rosencof ed Eleuterio “Ñato” Huidobro, facenti parte d’un gruppo di nove combattenti invisi all’obliata dittatura di Bordaberry e tenuti in vita, in condizioni vergognose e al chiaro scopo di condurli (quasi con successo, purtroppo) alla follia, in funzione di ostaggi da giustiziare in caso di nuove azioni dei ribelli. Un’incarcerazione durata dal 1973 al 1985, fra prepotenze, dispettose limitazioni, torture, negazioni dei diritti più elementari (vedi la ridicolizzante scena con il detenuto impossibilitato a evacuare) e volgari messinscene in occasione delle ispezioni. Ricorda più i film su Bobby Sands che Le ali della libertà; è un inno alla resistenza che oppone alla spontanea e ottusa ferocia umana una pacifica, efficace capacità d’interazione. Sorprende, come d’abitudine, de la Torre, e il figlio di Ricardo Darín e Alfonso Tort non sono a meno. Unico appunto allo script di Brechner: è evasivo sulle conseguenze della sparatoria al momento della cattura.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano