VIVERE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

Vivere (Italia, 2019) di Francesca Archibugi con Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Roisin O’Donovan, Massimo Ghini, Andrea Calligari, Marcello Fonte

C’è tanto della filmografia di Archibugi (soprattutto prima maniera) in questo suo nuovo, ramificato – perfino troppo – lavoro. C’è la straniera che scrolla equilibri familiari già precari (Mignon è partita), il parziale sguardo ad altezza di bimba (Verso sera), il sottovalutato bisogno di essere/sentirsi protetti (Il grande cocomero), soprattutto di fronte al dolore. L’ultimo concetto, alla fine, prevale nei numerosi personaggi, anche quelli minori. Una sbadata istruttrice d’aerobica (Ramazzotti) ha una figlia (Elisa Miccoli) – affetta da asma severa (di probabile origine psicosomatica) curata da un comprensivo e intristito medico (Ghini) al quale la donna s’affeziona – con lo squattrinato cronista freelance Luca (Giannini), poche qualità, in precedenza sposato con l’erede (Valentina Cervi) d’un misterioso, potente avvocato (Enrico Montesano: lo aspettavamo). Dall’unione nacque un altro rampollo, oggi adolescente strafottente (Calligari), invitato dal padre (comunque fedifrago seriale) a socializzare con la ragazza alla pari irlandese (O’Donovan) che si occupa della piccolina di casa. D’accordo, l’idea centrale non è rivoluzionaria, ma la regista (che in sede di sceneggiatura si avvale del tandem vincente Virzì-Piccolo) tiene sott’occhio storie e corollari, non rinunciando a sguardi su politica e gioventù contemporanee, sul giornalismo malato (per davvero), sulla solitudine (Fonte, vicino che osserva, siamo noi).

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano