Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.
211 – Rapina in corso (211, USA, 2018) di York Shackleton con Nicolas Cage, Dwayne Cameron, Michael Rainey Jr., Sophie Skelton, Ori Pfeffer, Alexandra Dinu
Cage è entrato dall’inizio degli anni ’10 in un tunnel di film a basso costo e di poco conto, di quelli che se escono o meno non fa gran differenza (per fortuna quelli di Schrader o di Stone, ai quali continua comunque a partecipare, vengono ancora distribuiti). Stavolta si mette nelle mani dello sconosciuto Shackleton per la rielaborazione d’un vero, cruento colpo in banca; il nostro vi interpreta un agente di LA in rotta con la figlia e di pattuglia con il genero (Cameron) nonché con uno studente (Rainey) ingiustamente punito, che si trova nel posto sbagliato al momento giusto e contribuisce (non è il solito invincibile eroe, almeno) a fronteggiare una banda d’inviperiti mercenari (uno ha il volto di Weston, turbolento rampollo dell’attore principale) reinventatisi rapinatori per recuperare delle mancate (e disoneste) retribuzioni (in tal senso, il prologo è la parte migliore). L’azione è rozza ma in fondo efficace, e la scelta dello script di seguire la giornata delle varie persone travolte dagli eventi (compresa la bella federale Dinu) sostanzialmente funziona. Cosa non va, allora? Per cominciare, il tratteggio dei cattivi, in preda ai peggiori stereotipi (dialoghi inascoltabili). In secondo luogo, il crescente disinteresse per le sorti dei numerosi personaggi chiamati in campo. Un esempio? Il direttore di banca di Velizar Binev. A proposito: non stupitevi per la presenza di nomi bulgari: è tutto girato a Sofia.
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