Buongiorno! Oggi ho il piacere di condividere con voi questo articolo di Lucia Sandonato, che ci parla delle emozioni che accompagnano chi esercita una delle più belle professioni per gli amanti dei libri, la professione di “editor”… Buona lettura!
Libri a tutto quadro
Chi di voi ama la lettura, come me, di certo annusa i libri, li guarda, sfoglia le pagine, si cala nella storia narrata ritrovandosi in un piccolo mondo, un microcosmo dove incontrare non “personaggi” ma “persone” nuove, le stesse che animano e che fanno ondeggiare il filo della storia, dove ascoltare discretamente i loro segreti, immergersi in paesaggi, immaginare scenari, ipotizzare possibili svolgimenti, meravigliarsi, arrabbiarsi, dissentire, immedesimarsi. Con alcune persone di queste storie si fa amicizia, con altre no. Tra le righe scorre il pensiero, si fa strada la capacità riflessiva, la facoltà di ascoltare, senza parlare. Nel Centro Yoga che frequentavo non troppo tempo fa, in ingresso poteva leggersi una bellissima frase; si trattava di una sorta di “massima” che aveva come scopo quello di orientare il nostro stato d’animo, in quel luogo e in quel momento. La frase diceva “Nobile silenzio”. Così è quando si legge: molta attività mentale ed emotiva, ma silenzio. Un dialogo taciturno con le persone della storia. È così che vivo la lettura. Dopo la lettura (o anche, perché no, tra una lettura e l’altra) l’apertura alla parola, allo scambio di opinioni su ciò che si è letto, corona lo scopo del libro stesso: essere uno strumento di condivisione di idee, laddove la condivisione diviene un bene per un arricchimento reciproco. Il libro, in effetti, ci dà la possibilità di “congedarci” dalla realtà per calarci in un’altra, silenziosa, e, al contempo, ci offre tematiche per aprirci all’altro, e spunti per interpretare con nuovi occhi la nostra società, il nostro spazio vitale, i fatti storici avvenuti e quelli in corso. Questa tensione è già, a mio avviso, sufficiente a spiegare la bellezza del libro. Tuttavia, grazie al lavoro che svolgo, credo di avere una fortuna in più: maneggiare il libro prima che sia diventato tale, maneggiarne i contenuti, con il massimo rispetto, per dare la giusta forma. Avvicinarsi con occhio critico a quelle righe perché “la grammatica non è un’opinione”. Inserire un punto, una virgola, tutti quei “segnetti” che scandiscono il tempo. Ancora, organizzare il contenuto nelle pagine, scegliere un formato, un carattere, la dimensione del carattere. Optare per i giusti criteri, in modo da valorizzare il messaggio veicolato; infine, ideare una copertina, legare la storia a un’immagine, a dei colori. Organizzare una “vetrina” che consenta già una “sbirciatina”.
Questo è il libro a tutto tondo, anzi, visto che parliamo di libri… a tutto quadro! È questo “tutto organico”, un insieme di contenuti e contenitore, di forma e materia, di anima e corpo: «Tra corpo e anima vige un rapporto materia-forma, come se l’anima fosse la vera forma del corpo. Chiedersi se corpo e anima siano la stessa cosa è una domanda priva di senso: è come domandarsi se sono la stessa cosa la cera e la forma della candela»(Aristotele).
Lucia Sandonato
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