Con questo splendido libro (è proprio il caso di dirlo) Khaled Hosseini ci racconta, attraverso le vicende dei protagonisti, la storia di un paese, il suo. L’Afghanistan, una terra lontana, che la maggior parte di noi conosce solo attraverso le tristi notizie di guerra, bombe, terrorismo e morti apparse periodicamente sui telegiornali, mai come in questo romanzo ci appare finalmente vicino, in tutta la sua bellezza e le sue contraddizioni.
Hosseini ci mostra, dunque, l’Afghanistan prima della guerra, durante la jihad contro l’Unione Sovietica, sotto la presa di potere da parte dei mujaheddin e, dopo di loro, dei talebani, che provocarono una serie di cambiamenti nella vita sociale della gente (soprattutto delle donne) e applicarono una dura repressione dei dissidenti, causando l’esodo di milioni di rifugiati.
Tutto questo ci viene raccontato attraverso la storia di due donne. Mariam, una figlia illegittima, che, in quanto tale, vive una condizione sociale di svantaggio, isolamento e umiliazione. Laila, che ha perso i suoi fratelli arruolatisi nella jihad, e che è innamorata fin da bambina di Tarik, il figlio dei vicini che è rimasto senza una gamba a causa delle mine antiuomo. Queste due donne, ognuna con la sua vicenda fatta di violenza, abuso, sofferenza, rinunce e dolore, porteranno avanti comunque e in ogni modo la speranza in un domani migliore, coltivandola con la forza e la determinazione delle donne che non si arrendono alla sopraffazione e, soprattutto, alla mancanza d’amore. Perché è proprio questo la chiave di tutto, sembra dirci l’autore… l’amore delle donne, quell’amore incondizionato per l’uomo che si è scelto, per la famiglia, per i propri figli anche quando non sono veramente tali. Il grembo materno di una donna è capace di coltivare e proiettare l’amore a tutto tondo, anche quando è infecondo, ed è capace di donare la vita anche quando tutto intorno c’è solo la morte e la devastazione.
Il destino, infine, farà incrociare in modo inaspettato e imprevedibile, come spesso sa esserlo solo la vita, queste due donne. E la bravura del romanziere sta anche in questo. Nel renderci talmente verosimile e profondamente sentita una storia, da farci dimenticare che quella storia non sia realmente accaduta. Perché potrebbe esserlo, perché probabilmente è accaduta, perché è la storia di milioni di donne afgane, perché è la storia di milioni di donne nel mondo.
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