Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.
Memorie di un assassino (Salinui chueok, Corea del Sud, 2003) di Bong Joon-ho con Song Kang-ho, Kim Sang-kyung, Kim Roe-ha, Ko Seo-hie, Song Jae-ho, Byeon Hie-bong
Sarebbe bello se, come accadeva un tempo (quando esistevano meno “finestre” di visione), si offrisse più spesso uno sbocco sul grande schermo a lungometraggi snobbati dalla distribuzione. Questo film del 2003 – peraltro già pubblicato in dvd (estinto…) – dell’improvvisamente famoso (grazie agli Oscar di Parasite) Bong Joon-ho, costituisce dunque una felice eccezione (che ci auguriamo non resti tale). Memories of Murder (titolo internazionale imprecisamente tradotto in italiano) è l’opera seconda del regista coreano (successiva a Barking Dogs Never Bite e precedente agli altrettanto inediti The Host e Mother, a loro volta antecedenti ai noti Snowpiercer e Okja), incentrata su due rozzi detective di provincia (il fedelissimo Song Kang-ho e Kim Roe-ha) che indagano su una sfilza di delitti (con stupro) di giovani donne; i due sono affiancati controvoglia da un metodico collega di Seoul (Kim Sang-kyung). In un inevitabile confronto di stili, ognuno dà il suo apporto. L’azione si fa a volte concitata, parrebbe un thriller in piena regola; ma la dispersione di indizi, la natura fragile di sospettati brutalmente torchiati, il fallimento di un meticoloso impianto accusatorio e perfino i sapienti inserti ironici testimoniano di un lavoro maggiormente complesso, sfaccettato. Non di un serial killer si parla, bensì – conferma il finale – di attitudini, supponenze, oscurantismo. Con simboli potenti (i tunnel, la nemesi del piede).
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