ROCK THE KASBAH, Recensione di Massimo Arciresi

Recensione 2Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

ROCK THE KASBAH (id., USA, 2015) di Barry Levinson con Bill Murray, Kate Hudson, Bruce Willis, Zooey Deschanel, Scott Caan, Danny McBride

Dov’è andato a finire Barry Levinson? Un tempo il regista di Rain Man era un nome di punta a Hollywood. Di progetti ne ha sbagliati (in numero congruo, anche), ma il recente horror The Bay – sorprendente, se si considera il ristagno del genere nello stanco espediente del found footage – sembrava poterne rilanciare professionalità e quotazioni. Mentre le distribuzioni nostrane si disinteressano del successivo The Humbling, interpretato da un tale Al Pacino, ecco la sua più recente fatica, l’inverosimile storia di un manager musicale alla canna del gas (il fatto che Bill Murray sia perfetto per la parte non è condizione bastevole al buon esito finale) che accompagna la sua cliente residua (una fugace Deschanel) in una tournée nella Kabul tormentata dai talebani. Ritrovatosi solo e senza passaporto, il cinico e opportunista scopritore di talenti s’imbatte in un rude mercenario – un liofilizzato Bruce Willis, che rinuncia perfino a giocare la carta dell’autoironia – e in una prostituta prossima al ritiro ma con il senso degli affari (Kate Hudson), prima di udire la melodiosa voce di un’indigena (Leem Lubany) che, ovviamente, deve tener nascosto il suo dono. Farla partecipare al (vero) talent show nazionale Afghan Star diventa una missione. Ispirato alla vicenda della prima cantante che ha sfidato le restrizioni locali osando apparire in tv, il film arranca verso l’annunciato finale, sprecando parecchie potenzialità.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano