TUTTO PUO’ ACCADERE A BROADWAY (She’s Funny ThatWay, USA/Germania, 2014) di Peter Bogdanovich con Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Rhys Ifans, Kathryn Hahn, Will Forte
Arduo sintetizzare le ragioni per rallegrarsi del ritorno in salute artistica di un maestro discontinuo come Peter Bogdanovich, uno che – personalità debordante a parte – ha dato un apporto fondamentale alla risalita controcorrente del cinema americano a partire dagli anni ’70, con gemme come L’ultimo spettacolo (e il suo meno incisivo seguito), Ma papà ti manda sola?, Paper Moon, Saint Jack e Dietro la maschera, ma che è stato pure in grado di sparire dal grande schermo per lunghi, infruttuosi periodi. La costante attenzione per gli interpreti e il suo smisurato amore per gli elementi fondativi del cinema (con Lubitsch eletto al rango di nume tutelare) riemergono e irrorano questa impertinente commedia a incastro, in cui un regista teatrale (Wilson) si ritrova a scritturare a furor di popolo proprio la giovane escort (Poots) con la quale si era intrattenuto la notte precedente, per giunta – in un interscambio tra realtà e finzione più arguto e meno scontato di quanto appaia – nel ruolo di una prostituta. La moglie attrice e l’egocentrico protagonista della pièce, insieme all’analista della neo-assunta (una strepitosa Aniston) e al suo compagno, a un giudice, a un detective e a molti altri, contribuiscono a infittire la trama, in una girandola di paradossali coincidenze, fortemente allusive – le frecciate sono indirizzate all’ipocrisia dei costumi e alla società dello spettacolo – prima che spassose o imprevedibili.
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