COLONIA, Recensione di Massimo Arciresi

13342139_1036393483075172_649997928_nMassimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

COLONIA (id., Germania/Lussemburgo/Francia, 2015) di Florian Gallenberger con Emma Watson, Daniel Brühl, Michael Nyqvist, Richenda Carey, Vicky Krieps, Julian Ovenden

Sullo sfondo, oltre al sanguinoso golpe del 1973 in Cile con il quale il dittatore Pinochet spodestò il presidente democraticamente eletto Allende, c’è un vero luogo di dolore, Colonia Dignidad, ufficialmente una sede di ritiro spirituale, che non solo celava una setta cristiana rigidamente integralista guidata dal maniacale tedesco Paul Schäfer detto Pius (qui interpretato con poca misura dallo svedese Nyqvist di Uomini che odiano le donne), ma era pure la sede segreta di torture e interrogatori riservati agli oppositori del regime, o anche solo ai sospetti, non importa se stranieri. Un posto isolato dove pare abbiano trovato riparo perfino degli ex-gerarchi nazisti. Il merito del film di Gallenberger, un thriller che in generale non si innalza al di sopra della media, sta appunto nel riportare alla luce torti, pene, infamità, collusioni consumatisi durante un periodo oscurantista per il Sud America, un sottotesto preponderante veicolato dal quasi verosimile plot che vede la coraggiosa hostess Lena (la validissima Watson, ormai affrancatasi dall’Hermione che l’ha resa celebre) cercare accoglienza all’interno della comunità, nella speranza che lì sia rinchiuso il suo Daniel (Brühl, meno in forma del solito), fotografo attivista (proveniente a sua volta dalla Germania) arrestato, picchiato e sparito nel nulla. In pratica, un’opera forse migliorabile, ma già onorevole e provvista di un’indignazione retroattiva importante.

Per consigli su letture e viaggi potete trovare Il giro del mondo con un libro in mano anche su www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano

Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano