Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.
Il ladro di giorni (Italia, 2020) di Guido Lombardi con Riccardo Scamarcio, Augusto Zazzaro, Massimo Popolizio, Giorgio Careccia, Vanessa Scalera, Rosa Diletta Rossi
Interessato alle derive dell’illegalità, Guido Lombardi, dopo l’accattivante e derivativo Take Five, si riallaccia in parte all’esordio sui clan africani in Campania Là-bas – Educazione criminale. Sì, perché pure ciò che accade al protagonista Salvo (Augusto Zazzaro, a cui il talento non manca), dodicenne prelevato in Trentino presso gli zii dal padre vedovo Vincenzo (il calzante Riccardo Scamarcio), pugliese che ha appena scontato sette anni di galera e, volendo trascorrere del tempo con lui, lo porta con sé per un lungo viaggio in auto lungo la penisola (affetto tardivo o bisogno di copertura?), punteggiato da tappe non sempre “limpide” (tra furti e l’impeto di vendicarsi di chi lo fece arrestare), ha proprio il sapore di una “scuola inversa”. Paradossalmente, vengono in mente due lavori di Risi, il primo episodio de I mostri e Il giovedì (ma questa non è una – ancorché cinica – commedia), tuttavia è chiaro che il ragazzino, dapprima intimorito, poi incuriosito e progressivamente attratto dal genitore che praticamente non conosce, strada facendo deve crescere, imparare a distinguere, scegliere, acquisire sicurezza (di nuovo l’allegoria dei tuffi, come in 18 regali). Niente di trascendentale, però Lombardi, che inscena un suo romanzo, lascia il segno grazie ad alcune sequenze, su tutte quella della processione dei penitenti incappucciati, fra i quali c’è lo straordinario Popolizio che prenota un premio da comprimario.
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