Io, Leonardo (Italia, 2019) di Jesus Garces Lambert con Luca Argentero, Massimo De Lorenzo, Angela Fontana, Roberto Andreucci, Alessandro Cannavà, Francesco Pannofino
Per il cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, artista, scienziato, inventore, figlio illegittimo ma fortunato, ecco un (altro) film che lo celebra, una bio-docufiction immersa tra una parte dei suoi studi e alcune opere famose, allo scopo di dimostrare con i fatti la grandezza del suo genio senza però dimenticare – per non rendercelo troppo distante – il versante umano e gli ostacoli incontrati (denunce, progetti abortiti, fallimenti). Fedele alle proprie linee guida, il messicano Jesus Garces Lambert, già responsabile di Caravaggio – L’anima e il sangue, si avvale delle moderne tecnologie digitali (senza le quali prodotti simili, oggi così numerosi, non esisterebbero) per smontare, analizzare, illustrare la genesi, insomma dar vita a quel meraviglioso trattato disegnato di anatomia che è L’uomo vitruviano o a dipinti immortali come Dama con l’ermellino, l’Ultima cena o la Gioconda, ma anche alle macchine da guerra. Invidiabile côté tecnico (Daniele Ciprì alla fotografia, Francesco Frigerio alle scenografie, Maurizio Millenotti ai costumi), consulenze di Pietro C. Marani, con lo scienziato/artista (la sua immagine più iconica si scorge, riflessa, solo alla fine) incarnato da un Argentero con capigliatura rinascimentale (ridicola) e vari ruoli di contorno, dal mecenate Ludovico il Moro al mentore Verrocchio, fino agli assistenti Salai e Melzi, più la voce narrante di Pannofino. Vera destinazione? Le scuole.
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