Romanzo famosissimo di Isabel Allende, che racconta le vicende della famiglia Del Valle -Trueba, attraversando tre generazioni, sullo sfondo storico del Cile dai primi del Novecento fino alla dittatura di Pinochet.
La trama è vasta e articolata, con la presenza di numerosi personaggi, e anche la situazione politico sociale descritta è complessa, riferendosi a un periodo storico lungo e denso di avvenimenti importanti non soltanto per il Cile. Fra i protagonisti principali spicca senz’altro la figura di Clara, descritta come una sorta di angelo con poteri soprannaturali, grazie ai quali, pur vivendo pienamente il suo viaggio terreno, rimane sempre in contatto con gli spiriti ultraterreni, che la guideranno nelle situazioni difficili che attraverserà nel corso della vita. Altre figure di rilievo sono Esteban Trueba, marito di Clara, un uomo forte, ambizioso e determinato ad arricchirsi e a conquistare il potere politico, Blanca, la loro figlia, che si innamora del rivoluzionario Pedro, un servo del padre, ed è disposta a tutto per il suo amore, e, infine, Alba, la voce narrante, che dovrà fare i conti con la dittatura di Pinochet. Vi sono, poi, tutta una serie di personaggi minori, ma altrettanto ben caratterizzati, ognuno con la propria incredibile storia da narrare e il proprio destino.
La scrittura della Allende è scorrevole e, al tempo stesso, ricca e densa di suggestioni che rimandano alla cultura e alla tradizione magica sudamericana. Il romanzo intreccia con incredibile maestria le appassionanti vicende dei personaggi con il racconto di uno dei periodi più tormentati e sofferti di quel paese. Ma ciò che mi ha colpito di più è il messaggio profondo di questo libro. La connessione fra tutte le cose, la relazione fra gli eventi apparentemente slegati e lontani di questa vita. Niente di ciò che accade è inutile o privo di significato, anche se spesso, quando accade, non lo comprendiamo. La violenza, l’odio, l’amore… tutto in qualche modo ritorna e ciò che seminiamo nella nostra vita e intorno a noi non scivola via senza conseguenze per noi stessi o per la nostra discendenza. E anche lo stesso eterno conflitto fra il bene e il male viene ad assumere, a un certo punto, un significato relativo.
“Mi sarà molto difficile vendicare tutti quelli che devono essere vendicati, perché la mia vendetta sarebbe solo l’altra parte dello stesso rito inesorabile. Voglio limitarmi a pensare che il mio mestiere è la vita e che la mia missione non è protrarre l’odio, bensí unicamente riempire queste pagine mentre aspetto il ritorno di Miguel, mentre sotterro mio nonno che ora riposa vicino a me in questa stanza, mentre attendo che arrivino tempi migliori, tenendo in gestazione la creatura che ho nel ventre, figlia di tante violenze, o forse figlia di Miguel, ma soprattutto figlia mia.
Mia nonna aveva scritto per cinquant’anni sui quaderni in cui annotava la vita. Trafugati da qualche spirito complice, si sono miracolosamente salvati dal rogo infame, in cui sono perite tante altre carte della famiglia. Li ho qui, ai miei piedi, stretti da nastri colorati, separati per fatti e non per ordine cronologico, cosí come lei li ha lasciati prima di andarsene. Clara li ha scritti perché mi servissero ora per riscattare le cose del passato e sopravvivere al mio stesso terrore”.
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