LA FORMA DELL’ACQUA – THE SHAPE OF WATER, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

La forma dell’acqua – The Shape of Water (The Shape of Water, USA, 2017) di Guillermo del Toro con Sally Hawkins, Michael Shannon, Octavia Spencer, Richard Jenkins, Michael Stuhlbarg, Doug Jones

Qualcuno dice: non si stanno tributando troppi riconoscimenti (fra gli altri, il Leone d’Oro veneziano e 13 candidature all’Oscar) per un fantasy romantico debitore, piuttosto apertamente, del classico Il mostro della laguna nera e, più nascostamente (e restando stretti), di Splash – Una sirena a Manhattan (alcune coincidenze sono impressionanti) e del cinema di Jeunet (che un po’ si è anche lamentato)? Beh, l’osservazione è legittima, specie quando si è in cerca di novità assolute (se ne esistono ancora). Ma il messicano del Toro – che qui giunge a una summa, ancorché di stampo commerciale, della sua poetica – ci ricorda indirettamente che chi sa copiare rielaborando a modo proprio non incorre in brutti voti. Con buona pace di chi è encomiabilmente più originale. La coinvolgente storia riguarda l’inserviente muta Elisa (Hawkins, bellezza atipica e performer da sempre meritevole della ribalta) che lavora con la collega Zelda (l’ormai simpaticamente tipizzata Spencer) all’interno di un segretissimo laboratorio governativo in un’epoca di competizioni da Guerra Fredda (quindi inizio anni ’60). Qui s’imbatte in una creatura anfibia (Jones, habitué del regista e dei ruoli amorfi), oggetto di invasivi (e scorretti) esperimenti, costantemente maltrattata dall’agente Strickland (un detestabile Shannon). Fluida ode dell’alterità, liquido omaggio alla fantascienza che fu, scorrevole fiaba per adulti; comunque, non è poco.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano