LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU, Recensione di Massimo Arciresi

RecensioneMassimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU (An, Giappone/Francia/Germania, 2015) di Naomi Kawase con Kirin Kiki, Masatoshi Nagase, Kyara Uchida, Miyoko Asaka, Etsuko Ichihara, Miki Mizuno

Prima che a Ozu o a opere nipponiche di composizione più recenti come Departures, la regista Kawase, autrice dell’elogiato ma inedito Still the Water, guarda a uno sviluppo della propria poetica, basata sugli incontri/scontri tra opposti. In questo caso, tra il mesto gestore di mezz’età di un baracchino dove cucina e vende dorayaki, tipici dolci giapponesi ripieni di una tradizionale marmellata di fagioli rossi (la an del titolo originale), e un’anziana e gentile signora che insiste per lavorare con lui. Due solitudini (a cui se ne aggiunge una terza, una ragazzina trascurata che si rifugia spesso nel piccolo snack bar) che si trovano malgrado i rispettivi e taciuti guai (un passato del quale non andar fiero e stringenti problemi finanziari l’uno, dei disprezzati segni corporei l’altra). Sentaro (è il nome dell’uomo) esita ad assumere la matura Toku (ha appeso un annuncio, ma è anche geloso dei suoi spazi, comunque minacciati su un versante differente); quando si decide, il suo negozietto – grazie ai meticolosi e fruttuosi metodi di preparazione della neo-arrivata, che aborrisce i prodotti preconfezionati – conosce una breve, intensa fase di popolarità, paragonabile allo splendore della fugace fioritura dei ciliegi circostanti. Dopo, forse, una nuova vita. Il film chiede indirettamente allo spettatore di entrare in una dimensione sospesa. Accondiscendere significa godere appieno del lirismo non gratuito del suo contenuto.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano