L’UOMO CHE VIDE L’INFINITO, Recensione di Massimo Arciresi

recensione fotoMassimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

L’UOMO CHE VIDE L’INFINITO (The Man Who Knew Infinity, GB, 2015) di Matt Brown con Dev Patel, Jeremy Irons, Toby Jones, Devika Bhise, Jeremy Northam, Stephen Fry

Di biopics infiocchettati al cinema ce ne sono tanti. Dignitosi perlopiù, però tendenti a romanzare. Non fa eccezione il film di Brown, realizzato a 15 anni dal suo esordio e fastoso nella riproduzione d’epoca, incentrato sull’exploit del geniale matematico Ramanujan (il Patel di The Millionaire, per una volta “arginato” nella recitazione), indiano di umili origini trasferitosi a Cambridge nel periodo della Grande Guerra su invito del professor Hardy (Irons, al quale il ruolo calza a pennello) dopo che quest’ultimo ricevette delle lettere contenenti alcuni strabilianti saggi del giovane. Il fatto è che l’ospite, che ha lasciato nella sua povera casa l’amorevole moglie Janaki (Bhise) con la promessa di portarla con sé successivamente, ha un innato talento per i numeri derivante da un intuito prodigioso, soprattutto considerata la sua estrazione, ma è allergico alle dimostrazioni, che invece per l’ambiente azzimato in cui si trova sono fondamentali. Le manifestazioni di ostilità – un po’ a tutti i livelli – non tardano ad arrivare, e perfino i rapporti e la sostanziale amicizia tra il docente e il disallineato discente (benché i ruoli siano in effetti intercambiabili) si incrinano. Rallentata da qualche ingenuità (soprattutto la mancanza di precauzioni nel trattamento della tubercolosi), l’opera – dalla biografia scritta da Robert Kanigel – comunque riporta alla luce un personaggio che lo merita. Northam è Bertrand Russell.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano