Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.
WARCRAFT – L’INIZIO (Warcraft, USA/Cina, 2016) di Duncan Jones con Travis Fimmel, Paula Patton, Ben Foster, Ben Schnetzer, Dominic Cooper, Toby Kebbell
Quell’“inizio” appiccicato al titolo italiano è l’indizio che lascia presagire quanto i produttori contino di ricavare una nuova redditizia saga a partire dal tambureggiato adattamento cinematografico del famoso videogioco della Blizzard World of Warcraft. Per fortuna questo rischioso fantasy segna pure la conferma del talento e della misura del figlio d’arte Duncan Jones (figlio del compianto David Bowie, che da attore il genere l’ha bazzicato abbastanza) dopo il minimale e acuto Moon e il coinvolgente Source Code: sarebbe bastato qualche squilibrio per condurre a uno sfacelo! Invece il film intriga e delinea appropriatamente caratteri e conflitti. Al centro dell’azione ci sono un portale che congiunge l’appartato mondo degli orchi (resi maestosamente dal motion capture) a quello degli umani, un condottiero spietato, Gul’dan (dietro il “vestito” digitale c’è Daniel Wu), che fa uso della magia, una sostanza verde, il minaccioso e perfino un po’ allegorico Vil, che sottrae crudelmente energia agli esseri viventi ma inaridisce i cuori. Più che di un (auto)deflazionato Signore degli anelli, si sente l’influenza – oltre che, ovviamente, dei televisivi Il trono di spade, dal quale proviene il musicista Ramin Djawadi, e Vikings, in cui lavora Travis Fimmel, che qui è l’eroico Lothar – di Avatar e persino del vecchio Legend di Scott. Anche olivastra e zannuta, l’atletica Paula Patton (la meticcia Garona) permane splendida.
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