RIDE, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere. 

Ride (Italia, 2018) di Valerio Mastandrea con Chiara Martegiani, Renato Carpentieri, Arturo Marchetti, Stefano Dionisi, Milena Vukotic, Silvia Gallerano

Dopo aver rinunciato a dirigere lo scanzonato La profezia dell’armadillo (che comunque ha co-sceneggiato), Mastandrea opta per un debutto dietro la macchina da presa più pensoso, non privo d’ironia né di tocchi arditamente “d’autore” (quelli senz’altro più rischiosi). Scelte salutari, perché il film, certo non esente da imperfezioni (sembra trapelarne persino un’umile consapevolezza), focalizza sull’inespresso dolore privato di Carolina (una Chiara Martegiani – quanto tempo è passato da Meno male che ci sei? – collocabile per aspetto e stile tra Camilla Filippi e Micaela Ramazzotti e alla quale il neo-regista, e partner, pare trasmettere le sue movenze), giovane vedova – da una settimana – di un operaio morto sul lavoro, del figlio decenne Bruno (Arturo Marchetti), di Cesare e Nicola (Renato Carpentieri e Stefano Dionisi), padre e fratello (disonesto) della vittima, tutti per l’appunto ancora incapaci, alla vigilia del funerale, di elaborare il lutto (chi riceve visite, chi immagina servizi televisivi, chi parla con ex-colleghi e compagni di lotta, chi rispunta dal nulla), per allargare lo sguardo da Nettuno, che fa da sfondo, all’Italia intera, disorientata, esitante, incapace di reagire. Niente che non abbiano già tentato Luchetti o Soldini, per dire, ma con un apprezzabile tentativo di personalizzazione che mira più a fornire il proprio sincero contributo che a volersi distinguere a ogni costo. Non è roba da poco.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano