Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.
The Children Act – Il verdetto (The Children Act, GB, 2017) di Richard Eyre con Emma Thompson, Stanley Tucci, Fionn Whitehead, Ben Chaplin, Eileen Walsh, Jason Watkins
Non siamo sicuri che il (sotto)titolo italiano (che peraltro richiama un famoso film con Paul Newman) sia felice, visto che quello originale fa riferimento alle norme che tutelano i minori nel Regno Unito. Per contro, c’è da rallegrarsi per la scelta del quotato romanziere Ian McEwan di adattare in prima persona il suo romanzo (fra ponderati “tradimenti” – soprattutto nell’ultima parte, un po’ raffreddata – e semplificazioni), conosciuto in Italia con un altro nome ancora, La ballata di Adam Henry. Quest’ultimo è un diciassettenne malato di leucemia (interpretato dal Whitehead di Dunkirk) che rifiuta le trasfusioni per motivi religiosi (proviene da una famiglia di Testimoni di Geova, completamente in ombra nel rullo finale). La questione finisce davanti al puntiglioso giudice Fiona Maye (l’indiscutibile Thompson), la quale, pur attenendosi ai codici, vi riversa le sue tensioni casalinghe – il paziente marito professore (Tucci, superlativo anche lui), sentendosi trascurato, si sta allontanando – e il taciuto rammarico di non avere figli. E dal canto suo il giovane Adam sbreccia l’inflessibilità devozionale, riconosce in lei un’autorità illuminante, una figura genitoriale garantista e forse perfino qualcosa di più; in ogni caso, un appiglio concreto. Un’opera che invita all’ascolto, solleva dubbi collaterali ed è sorretta da un regista di vecchia scuola come Eyre (Iris – Un amore vero, Stage Beauty, Diario di uno scandalo).
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