UNA STORIA SENZA NOME, Recensione di Massimo Arciresi

Massimo Arciresi è critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

Una storia senza nome (Italia, 2018) di Roberto Andò con Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Alessandro Gassmann, Laura Morante, Antonio Catania, Gaetano Bruno 

Andò, che da un quinquennio mostra un’intelligente vena ironica, parte da un fatto vero: il furto di matrice mafiosa della Natività di Caravaggio nel 1969 nell’oratorio palermitano di S. Lorenzo. Le teorie sulla sua possibile fine sono enumerate nel film, che per il resto, nel segno del doppio (esplicitato da una sfilza di gemelle), allegramente inventa, gioca, replica e oppone, sottintendendo che la realtà è inconoscibile. Lo sceneggiatore cialtrone Pes (uno stereotipato Gassmann a cui è concesso un momento d’“eroismo cinematografico” nel quale cita perfino suo padre) per la stesura d’un copione s’affida come d’abitudine al talento segreto (ed ereditario) d’una fintamente timida ghost writer, Valeria (Ramazzotti), che attinge a sua volta alla cronaca della sparizione del quadro illustratale dallo sconosciuto Rak (Carpentieri), ex-spia. Dato che fra i finanziatori c’è l’ammanicato Spadafora (Bruno, notevole), la reazione (violenta) della malavita al riemergere della faccenda non tarda. Recitata pure da Jerzy Skolimowski (nel ruolo, guarda caso, d’un apprezzato cineasta), oltre che da caratteristi di razza come Foschi, Scarpa, Graziosi, Luna e Calderoni (massima espressione dell’ambiguità del plot), l’opera, calata in un futuro imminente, non offre soluzioni: al regista (presente in un cameo) interessa cavalcare ogni possibile dicotomia, scoperchiare plausibili magagne politiche, confondere le acque. Con un paio di sviste… 

Per consigli su letture e viaggi potete trovare Il giro del mondo con un libro in mano anche su www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano

Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano