WOMAN IN GOLD, Recensione di Massimo Arciresi

Foto filmOggi ho il piacere di farvi leggere una recensione di Massimo Arciresi, critico e giornalista cinematografico, conduttore su Radio Spazio Noi – In Blu, dal 1997, della rubrica settimanale “Uscita di Sicurezza”. Ha collaborato con i quotidiani “Il Mediterraneo” e “L’Ora”, ha diretto il quindicinale sul tempo libero “TrovaPalermo” e attualmente scrive per il mensile “L’Inchiesta”. Appassionato di fumetti e lingue straniere.

Woman in Gold (id., GB, 2015) di Simon Curtis con Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, Katie Holmes, Tatiana Maslany, Max Irons

Quando il regista, perlopiù televisivo, Simon Curtis si cimenta con il grande schermo esige di raccontare storie vere.

Lo ha fatto con Marilyn (più che una biografia, la cronaca romanzata delle travagliate riprese de “Il principe e la ballerina”), reitera con questa ricostruzione della temeraria causa che una signora ebrea austriaca, emigrata in gioventù negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni naziste, intentò al governo del suo Paese d’origine per ottenere la restituzione di un ritratto che Klimt fece a sua zia, custodito presso il prestigioso Belvedere di Vienna.

Il reclamo di tale diritto ereditario, perorato con progressiva convinzione da un giovane avvocato figlio di un’amica di famiglia, offre l’occasione di proporre un usuale doppio binario narrativo: mentre assistiamo agli ostacoli burocratici del presente, vengono illustrate le vicissitudini del passato, tra restrizioni, confische e prepotenze. In effetti, la sequenza della concitata fuga dall’Europa regala al film i momenti più vibranti, nell’inesausto proposito di mantenere viva anche al cinema la memoria su un periodo oscuro come quello che precedette e attraversò il secondo conflitto mondiale.

Al di là di questo, però, la confezione non aiuta, sia per l’intenzione programmatica di commuovere, sia per l’eccessiva tendenza a semplificare, riscontrabile soprattutto nei dialoghi. Malgrado il riconosciuto professionismo di Helen Mirren.

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Pubblicato da ilgirodelmondoconunlibro

Mi chiamo Rita Massaro. Sono una persona curiosa. Mi piace scoprire gli innumerevoli volti del mondo e le infinite possibilità della vita. Per questo leggo e viaggio. Ogni tanto le mie perlustrazioni scatenano la mia immaginazione. E scrivo. Ho pubblicato nel 2011, con la Casa Editrice Absolutely Free, un romanzo di formazione dal titolo "L'estate è finita". Nel dicembre 2016 è stato pubblicato il mio secondo romanzo, "Sotto il cielo di Santiago", con la Casa Editrice Genesis Publishing. Nel 2018 "Prima che sia primavera" con Il Seme Bianco, pubblicato in seconda edizione con il titolo "La terra del lungo inverno" con Emersioni. Ho partecipato a vari progetti di scrittura collettiva, tutti pubblicati nel 2020: "La villa delle ombre", con Stefania Agnello e Maurizio Bono; "Non ho forza per arrendermi", con Letizia Lo Cascio; "A casa: Diario di una pandemia" con Monica Spatola. Potete contattarmi su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/ilgirodelmondoconunlibroinmano